Sulle rotte degli agrumi...

Scuola primaria

Classe 5^ - Plesso Ischia

Grottammare tra le "melarance"






Dipinto del "Tarpato"

Frutti tipici di Grottammare tra cui gli agrumi.

Grottammare è un comune di circa 15.800 abitanti. Si trova sulla costa meridionale della regione Marche, in provincia di Ascoli Piceno. Il suo territorio ha una superficie di 18 kmq prevalentemente collinare.  E’ solcato da vari fossi e attraversato dal torrente Tesino che nasce da un monte vicino Force(AP), ad un’altezza di  826 m sul livello del mare e che , dopo  37 km, sfocia nel mar Adriatico, il mare che ad est bagna Grottammare. 

Il paese confina a Sud con San Benedetto del Tronto, a sud-ovest con Acquaviva, a ovest con Ripatransone e a nord con Cupra Marittima.

E’ “solcato” dal 43° parallelo.

La parte pianeggiante del paese si trova tra la Strada Statale 16 ed il mare: è una stretta fascia su cui si è sviluppato sempre di più l’ abitato della “Marina”. Ad ovest della statale si succedono, da nord a sud, diversi colli. Sul colle a nord del Fiume Tesino, nel versante che si affaccia sul mare, c’è il vecchio incasato, uno dei borghi più belli d’Italia, dominato da un castello di difesa risalente probabilmente al x sec.

La via di comunicazione maggiore è l’Autostrada 14, l’Autostrada Adriatica.

I paesi dell’interno si raggiungo attraverso la Valtesino.

I suoi abitanti erano chiamati Grottesi (da Le Grotte, antico nome di Grottammare).

Nel tempo, essendo chiamati Grottesi anche gli abitanti di Grottazzolina (FM), il nome è stato modificato in Grottammaresi.



Per la posizione, per la morfologia del territorio, per la presenza del mare, Grottammare gode di un clima particolarmente mite.

Attualmente le risorse economiche più importanti sono il turismo e l'attività flori-vivaistica.

Con Cupra Marittima e San Benedetto del Tronto costituisce la Riviera delle Palme

La giornata della Festa dell’albero

Per la giornata della festa dell'albero, 11 novembre 2014, gli alunni delle classi quinte e delle ultime sezioni della scuola dell'infanzia, si sono ritrovati sul piazzale antistante il Kursaal.

Quando sono arrivati il sindaco e due assessori, gli operai del Comune presenti, hanno piantato un albero di arancio ad un angolo della pinetina a nord del Kursaal.

Il sindaco  ha spiegato che è stata scelta la pianta  dell'arancio perché per Grottammare questo agrume ha rappresentato una risorsa naturale ed economica molto importante in passato. Il territorio di Grottammare, nei pendii più assolati, era pieno di agrumeti e in particolare di aranci.

Il clima mite era molto adatto a questa coltura.

L'arancio con i suoi frutti, è stato un prodotto che ha alimentato i commerci marittimi per alcuni secoli. Proprio per l' importanza che questa pianta ha avuto per la nostra cittadina è stata riprodotta nello Stemma Comunale, ai lati della torre.

Su wikipedia a proposito del nostro stemma si legge:

"Blasono: d'azzurro, alla torre al di tre palchi alla ghibellina, fondata sulla cima di un colle erboso, fiancheggiata da due alberi di arancio fruttiferi, il tutto al naturale.Ornamenti esteriori di Città." 

(Lessico dell'araldica)

I luoghi delle arance

Cronaca di un'uscita tra arte e natura


Il mare si confonde con il cielo, la linea dell'orizzonte non c'è...

Arriviamo al paese alto di Grottammare, il vecchio incasato, scendiamo dallo scuolabus: già si vedono gli aranci.

Sono piante cariche di frutti arancioni. E' il 27 novembre, le arance cominciano a maturarsi.

Albero di arance amare


Pochi passi e siamo a piazza Peretti (è una piazza che prende il nome della famiglia di papa Sisto V, nato a Grottammare).

E' mattina, c'è il sole.

Al centro della piazza acciottolata c'è un grande vaso con dentro una pianta d'arancio.

Ad attenderci ci sono il sagrestano della chiesa di San Giovanni e Germano Vitelli, il maestro d'arte che ci guiderà nella nostra visita. E' proprio lui a dirci che nei tempi passati una pianta d' arancio nasceva al centro della Piazza, tra i ciottoli. C'era una persona incaricata dal Comune per custodirla e salvaguardarla; questo incarico veniva compensato con l'esonero dal pagamento delle tasse.

Dopo aver dato uno sguardo intorno per vedere quante volte c'era la parola "arancio" (Teatro dell'Arancio, Osteria dell'Arancio...) osserviamo la facciata della chiesa di San Giovanni che si trova a sud della piazza.

E' una facciata  di mattoni, con un ingresso principale al centro di due altre porte d'ingresso più piccole, ognuna ha sopra due nicchie sovrapposte.

 

Chiesa di San Giovanni Battista - Grottammare

Rimaneggiata nel 1700 dall'arch. Maggi  e dipinta all'inizio del 1900 dal pittore sambenedettese G.Pauri

Interno della chiesa di San Giovanni (fonte: sito del Comune  e della stessa parrocchia)

Germano dice che questo interno non ha uno stile ben definibile, racchiude un insieme di elementi diversi, compositi.

Ci fa notare che ai lati dell'altare centrale ci sono due dipinti: uno raffigura San Paterniano e l'altro San Patrizio, i due compatroni di Grottammare. Nella tradizione popolare però viene ricordato quasi sempre San Paterniano che si festeggia il 10 luglio.

Immagine: (fonte: Grottammare, percorsi della memoria, V. Rivosecchi, 1995)

Sotto: San Paterniano (dal sito della Parrocchia)

             L'evangelista Giovanni con l'aquila come simbolo perché rappresenta l'acutezza della sua visione evangelica . (foto privata)

 Anche nella volta a botte ci sono dei dipinti: ai 4 angoli del soffitto, sopra le finestre, sono rappresentati i 4 evangelisti, dipinti su tela, poi c'è, nella parte centrale della volta, la rappresentazione della Deposizione di Gesù ( Compianto sul Cristo Morto) anche questa su tela.

Tutte queste immagini hanno sullo sfondo delle piante di agrumi, aranci e limoni, proprio perché caratteristici del nostro territorio.

Gli altri dipinti sono tempere. Gli affreschi si realizzano quando l'intonaco è ancora fresco: sono più resistenti perché l'intonaco assorbe il colore, mentre le tempere sono più deteriorabili, perché non entrano in profondità.

Un bambino nota che a sinistra dell'altare c'è una lapide con il nome del vescovo Bartolomeo Bacher, vissuto tra il 1700 e il 1800, quindi qualche secolo fa.

E' sempre Germano a dirci che era un vescovo che da  Ripatransone aveva trasferito la sua dimora a Grottammare, nell'attuale chiesa di Sant'Agostino. Essendo un agronono, ha prestato molta attenzione ed ha avuto molta cura delle agrumiere (dette anche giardini o giardinate). Ne ha fatta costruire una a gradoni, molto bella che ancora esiste, anche se non è più molto visibile.

In basso: Giardino a gradoni  fatto costruire dal vescovo  Bacher

Usciamo dalla chiesa e andiamo sotto le logge: la balconata sul mare.

Tra noi e il mare c'è tutto il pendio che porta ai piedi della collina ; il panorama della marina è un insieme di edifici che si unisce a sud con gli edifici di San Benedetto del Tronto.

Nel pendio ancora ci sono delle macchie di verde tra cui si intravvedono degli aranceti. Germano dice che una volta quel pendio era pieno prevalentemente di agrumi, ma c'erano anche siepi di allori per riparare le agrumiere dai venti freddi.

 

Ora le piante d'arancio sono poche rispetto al secolo scorso e si trovano quasi tutte all'interno di giardini privati.

Ne vediamo alcuni anche nel parco di Pericle Fazzini che si trova tra il vecchio incasato e la strada statale.

 Scendendo dalla Piazza Peretti verso la Chiesa di Sant'Agostino, vediamo dei piccoli giardini, con gli aranci, sia ad ovest, in alto, sotto la Vedetta Picena, sia ad est. Alcuni   

di questi giardini, circondati da muri di sassi, mattoni ed arenaria, sono molto curati: uno è a gradoni, un altro è su un piano ed ha anche una vasca, un altro ancora è piccolissimo e l'arancio si vede attraverso un antico cancello in ferro battuto.


Molti giardini avevano delle vasche per la raccolta d'acqua, in particolare acqua sorgiva, perché in estate gli agrumi dovevano essere annaffiati e si utilizzava quell'acqua. Le vasche dei giardini privati a volte avevano architetture molto belle come quella del giardino che possiamo ammirare .

Queste vasche venivano chiamate anche peschiere perché c'era chi ci allevava  dei pesci.

A novembre le arance cominciano a maturare per cui gli aranceti, a dicembre, sembrano alberi addobbati e rallegrano il paesaggio.

Oramai si parla di aranceti perché i limoni hanno bisogno di più cure, sono meno robusti, quindi ce ne sono rimasti molto pochi.


Le piante  sono di arance amare e arance dolci. Per ottenere le arance dolci si fanno degli innesti. Ci sono tanti tipi di arance. Le più comuni sono i porto-galli e le navel.

Non si sa quando sono comparsi i primi agrumi sulla nostra costa, ma se ne parla nei documenti che risalgono al periodo medievale.

In passato hanno costituito una risorsa molto importante per il nostro paese perché venivano commerciati per essere rivenduti in altre località. I veneziani, nel '400 e nel '500 venivano sulle nostre coste, e quindi anche a Grottammare, a comprare sia piante d'agrumi, ed in particolare aranci, sia le arance  per i loro commerci. 

Da San Benedetto a Porto Sant'Elpidio di agrumi se ne producevano molti e sembra che a Grottammare la produzione fosse particolarmente rilevante.

 

(Grazie alla disponibilità del maestro d'arte Germano Vitelli, di Don Giorgio Carini e del custode della Chiesa di San Giovanni)

 

Giardino di Villa Sgariglia

Villa Sgariglia è una bellissima residenza antica, nobile, che si trova a sud di Grottammare, in collina, una volta era completamente immersa nella campagna.

Ha un giardino molto grande con all'interno moltissime piante di agrumi, sistemate in modo diverso, ma secondo un disegno ben progettato in tutti i particolari. Le piante sono curatissime e ben difese dal freddo.

 

 

 

L'utilizzo degli agrumi

Gli agrumi venivano utilizzati oltre che come alimento, per profumi, come medicamento disinfettante.

Le arance ricoperte da chiodi di garofano sono utilizzate per aromatizzare gli ambienti; le fette d'arancia essiccate, legate con dei bastoncini di cannella si utilizzano per gli addobbi natalizi.

Una volta, quando si accendeva il fuoco si mettevano le bucce d’arancia nella brace perché emanassero l’odore per la casa.

 

Il succo di limone veniva usato per smacchiare i tessuti.

A Grottammare un secolo e mezzo fa c'era una fabbrica di acqua d'arancio ed una di "gazzose all'aroma di limone"

L'arancio ha un fiore profumatissimo che si chiama zagara. E' un nome di origine araba che significa "bianco splendente". Per questo a volte la parola "matrimonio" si sostituisce con "fiori d'arancio" : è una metafora legata al tradizionale abito bianco della sposa. In questa circostanza i fiori si usano per gli addobbi e per il bouquet della sposa, sono considerati di buon auspicio..

 

 

     L’arancia e il limone  in cucina  

      

Grottammare è un paese di mare, quindi il pesce non è mai mancato

nella sua storia.Il pesce e gli altri frutti di mare, con gli agrumi fanno un felice connubio . Che il limone con il pesce sia d’obbligo è ben noto, ma qui da noi anche il pesce con l’arancia è molto gustoso. L’arancia e il limone sono utilizzati in molte pietanze, caratterizzano tanti tipi di piatti di qualsiasi portata non escludendo gli spuntini e le merende. Vengono utilizzate tutte le loro parti in modi diversi. La parte bianca che si trova tra la polpa e la buccia è la parte in cui è maggiormente concentrata la vitamina C Questi agrumi rendono gradevoli molte bevande: da quelle dissetanti a base di acqua, a quelle analcoliche e alcoliche: acqua e limone, spremute, infusi, aperitivi e vin brulé, 

punch, fino al'arancino e al limoncello, queste ultime abbastanza alcoliche !!

I pescatori, quando partivano per le battute di pesca portavano con loro un buon rifornimento di acqua con il limone sostituito a volte con acqua e aceto.

Con gli agrumi si facevano dei ghiaccioli mischiando il loro succo con la neve, ora si fanno squisiti ghiaccioli mettendo il loro succo nelle formine da mettere nel frizeer.

 

Triglie marinate all'arancia:

Pulire le triglie, togliere le lische e aprirle a metà. Marinare le stesse per 12/18 ore in aceto e sale. Una volta marinate, scolarle e asciugarle; disporre le triglie in una teglia dai bordi alti. A parte spremere 2 arance. Unire al succo dell’olio extravergine di oliva  e sbattere forte in modo che l’olio e il succo si amalghinino .Versare poi il composto sopra le triglie. Guarnire la teglia con delle fette di arancia.

 

Sogliole al forno  

Pulire le sogliole e condirle con succo do limone e/o d'arancia e cospargerle con un po' di rosmarino. Sgocciolare le sogliole, metterle in una teglia ed infornarle.

Il succo rimasto può essere usato per bagnare il pesce durante la cottura.


Girelle all'arancia

Ingredienti: 2 uova, un bicchiere di latte, 1ettogrammo di burro, farina lievitata, 150gr di zucchero, la buccia di 2 arance e di un limone grattugiati.

Amalgamare gli ingredienti. Con la pasta ottenuta realizzare del dei nastri da arrotolare a girelle. Cospargere la superficie con zucchero e succo d’arancia e cuocere al forno.

 

 

Arance candite

Ingredienti: bucce di arancia senza parte bianca, zucchero, succo di limone.

Procedimento: Mettere in ammollo le bucce per 2 gg,scolarle e pesarle. Mettere in una pentola tanto zucchero quanto è il peso delle bucce, un po’ d’acqua e il succo di limne. Far sciogliere lo zucchero a fuoco medio e farlo imbiondire. Aggiungere infine le bucce tagliate a listarelle e farle caramellare a fuoco vivo, mescolando. Far raffreddare le bucce su carta da forno dopo aver staccato l’una dall’altra le bucce-


 

Insalate d'arancia

Sempre con l’arancia tagliata a pezzetti o a fette, mantenendo le bucce si fanno/facevano delle gustose insalate con le olive nere, con le olive nere e verdi insieme ai finocchi. Si mangiavano fette d’arancia condite con olio e sale, per chi piaceva si aggiungeva dell’aglio tritato.

 


Inoltre:

Si realizzavano gustose creme all’arancia ed al limone.

Le marmellate d'arancia, di limone, di arancini sono squisite.

L'arancia viene utilizzata ancora oggi per molti dolci natalizi. 

Si usavano in passato le bucce d’arancia tritate nella lavorazione delle salsicce di fegato, per fare la “coppa”..

Per la merenda dei bambini si preparavano delle fette di pane con olio e fette d’arancia cosparse di un leggero strato di zucchero oppure si ungeva il pane con l’olio, si metteva un po’ di sale e sopra si mettevano le fettine d’arancia.

A volte si condivano le arance con sale olio (e per chi lo gradiva si aggiungeva un po’ di aglio tritato, in qualche caso anche un  po’ di pepe), poi si cospargevano le fette di pane con il condimento che risultava sul fondo del recipiente e sopra si mettevano le fette condite.

Tutti bevono comunemente salutari spremute d'arancia e di limone.

 

Le bambini ed i bambini della scuola dell'infanzia "scoprono" cosa c'è nella nostra frutta


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