VELE, PARANZE, LANCETTE

Prima dell’avvento della motorizzazione le principali imbarcazioni utilizzate lungo la costa picena e nello specifico lungo la spiaggia sanbenedettese erano: PARANZE, LANCETTE, PAPAGNOTTI e BARCHETTI. Le vele erano formate da strisce di tele cucite tra loro. Questi legni erano a fondo piatto, con i lati smussati e arrotondati, per facilitarne l’ ormeggio sulla spiaggia. Questi esercitavano la pesca a strascico a coppia. La rete era chiamata comunemente “TARTANA”. La rete aveva una forma a sacco conico formata da sei tratti di maglie diverse per larghezza e grossezza di spago. L’abilità degli uomini di mare consisteva nel mantenere la stessa velocità.

Le LANCETTE avevano un equipaggio da due a tre marinai, più il mozzo, “lu merè”, mentre i Papagnotti  imbarcavano   tre marinai, oltre al mozzo; i Barchetti da 5 a 6 marinai più il mozzo.

Le paranze avevano dieci marinai con il mozzo o con il mezzo giovanotto.

Il mozzo, “lu merè”, aveva un’ età tra i 7 e i 15 anni il “mezzo giovanotto “. Le lancette erano con fondo piatto e vela latina, esse venivano usate per far fare dei giri in mare ai forestieri. I “barchetti” avevano due alberi e due vele trapezoidali, una piccola verso prora e l’ altra grande verso poppa.

 

I Papagnotti erano imbarcazioni ad un albero con vela trapezoidale, con una mezzana e il mezzanino. I papagnotti  potevano fare la pesca come le lancette, ed anche preferibilmente avvicinarsi alla pesca dei barchetti e delle paranze .

LA PESCA PRIMA E DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Durante la seconda guerra mondiale, la maggior parte dei motopescherecci della flottiglia sambenedettese vennero requisiti per fare da dragamine lungo la costa adriatica occidentale  e persino in GRECIA, IN ALBANIA, e lungo tutta la costa dalmata fino alla penisola istriana. Subito dopo l’armistizio il timore e la certezza che i motopescherecci sambenedettesi, ormeggiati nel locale del porto, venissero requisiti dal comando tedesco indussero gli armatori a tentare la fuga verso il sud, verso le acque libere. Secondo alcune fonti orali il primo motopeschereccio che, evadendo i controlli si diresse verso il sud, fu il CORRADO  di EUGENIO PEROTTI.

 

IL COMMERCIO DEL PESCE

Quando si ormeggiava, il primo lavoro dei pescatori era quello di sbarcare il pescato. Per confezionare il pescato si utilizzavano cassette ricolme di neve e ghiaccioli. Per la vendita il sistema di asta era decrescente e il venditore a “voce alta” chiamava gli acquirenti ed indicava le qualità di pesce in genere (da quelle  più scadenti a quelle migliori).

LA VENDITA DEL PESCATO

Le condizioni delle vendite con il metodo dell’asta libera, formavano nell’insieme, una consuetudine ereditata e trasmessa da padre a figlio. Quelle condizioni, possono essere così raggruppate:

-vendita scalando con lo stop senza nessun abbuono;

-vendita senza scartare e senza sventrare il pesce commercializzato

-vendita a scalare con abbuono sul prezzo chiedente mezzo soldo, un soldo, doppio soldo, mezzo paolo, un paolo, doppio paolo…

FILIERA

Ogni alimento ha una sua storia che lo accompagna  dalla produzione al consumo. Questo percorso è chiamato filiera alimentare.

Quando pensiamo ai prodotti ittici cioè pesci, molluschi e crostacei, li includiamo tutti in un unico grande gruppo. In realtà questi alimenti presentano delle caratteristiche estremamente diverse e le loro filiere alimentari si articolano in fasi distinte non paragonabili fra loro.

I prodotti ittici possono provenire da attività di pesca o di allevamento. La pesca è uno strumento antichissimo di approvvigionamento del cibo e può essere effettuata in acqua dolce oppure in mare.

Il principale obiettivo dell’ allevamento è quello di produrre prodotti ittici destinati al consumo umano.

Gli stock catturati mediante battute di pesca nella maggior parte dei casi vengono inviati ai mercati ittici e agli impianti per le aste.

Dai mercati ittici e dagli impianti per le aste, i pesci che hanno superato favorevolmente gli accertamenti di cui sopra, giungono alla grande e piccola distribuzione, ad impianti di lavorazione o eventualmente vengono stazionati in depositi frigorifero.

Negli impianti di lavorazione  il pesce viene sottoposto ad operazioni di sezionamento, eviscerazione, filettatura, salatura o produzione di conserve e semiconserve ed in seguito, dopo aver subito tali trasformazioni, giunge alle strutture per la distribuzione dove diviene accessibile al consumatore. Esistono, infatti, dei veri e propri stabilimenti galleggianti denominati navi officina che oltre a procedere direttamente alle operazioni di pesca compiono a bordo una serie di lavorazioni sul pescato. Per i prodotti della pesca esposti alla vendita al dettaglio interi o decapitati, tagliati a pezzi o in filetti oppure triturati ma non per i prodotti cotti o alimenti preparati, è obbligatorio indicare in etichetta

1. La denominazione commerciale della specie

2. Metodo di produzione

3. La zona di cattura

FRESCHEZZA E FRODI PIÙ DIFFUSE

Per capire se un pesce  è fresco o meno possiamo osservare alcune sue caratteristiche come la rigidità del corpo, l’odore, l’aspetto generale, la consistenza delle masse muscolari, l’occhio e le branchie.

La rigidità del corpo detta anche rigidità cadaverica si riscontra solamente nel pesce appena pescato, quindi freschissimo. I prodotti della pesca freschi hanno, inoltre, un odore delle masse muscolari e delle branchie  non sgradevole, un buon aspetto generale, con colore del corpo da brillante a lievemente opaco e   consistenza DELLA CARNE SODA.

Infine gli occhi dei prodotti freschi sono convessi, sporgenti, mentre le branchie hanno un odore d’acqua marina ed un colore vivo, bordeaux o rosso intenso. Per evitare di cadere vittima di alcune frodi: i prodotti freschi infatti hanno un costo maggiore dei congelati.

 

 

I CONTROLLI

Gli organismi di controllo dei prodotti alimentari in genere e nello specifico, dei prodotti della pesca, fanno capo a 4 ministeri:

1.Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali

2.Il Ministero della Salute

3.Il Ministero dell’Economia e delle Finanze

4.Il Ministero dello Sviluppo Economico

Il livello centrale e periferico si articolano di solito in più uffici, enti ed organismi facenti capo ad un Ministero. Ad esempio il livello centrale del Ministero della Salute, comprende:

-D.A.N.S.P.V

-I.S.S

-ASL

-IIZZSS

Nomi: Tabacaru  Catalina,  Falcioni Chiara,  Santori Giacomo, Mattioli Luca, Censori Gianluca

Classe: 3C

Provincia: Ascoli Piceno