SAN   BENEDETTO     DEL    TRONT                      

 

 

Strettamente correlata a Grottammare dal punto di vista territoriale, è la città di San Benedetto del Tronto.

La storia di San Benedetto del Tronto più delle altre comunità sulla costa dell'Adriatico, è scandita dal suo rapporto con il mare. Un mare che lambisce le colline,  un mare che mano a mano si ritrae lasciando in dono un territorio fertile e rapporti più ricchi con le acque dell'Adriatico.

Il mare aveva condotto in dono un Martire divenuto Santo, San Benedetto, un mare che diventa risorsa straordinaria per l'economia; un mare che però chiede lutti e sacrifici. Protagonista di tutto ciò è infatti l' uomo che va per mare e lavora per esso. L'andar per mare qui significa andare alla pesca a procurarsi una risorsa ritenuta sempre preziosa,  vuoi per le sue caratteristiche alimentari, vuoi per il suo ruolo di sostituirsi alle lunghe astinenze dalle carni del mondo Cristiano. L'uomo e le barche si conformano a questa esigenza. Non si tratta di manovrare vele e timoni,  per quanto ciò rappresenta un'impresa più difficile quando il mezzo deve trascinare una rete che rade il fondo del mare, ritirare a riva lo scafo o vararlo, si deve conoscere il mondo sotto le onde, si devono manovrare le reti nella "calata" e nella "salpata, si deve saper pulire il pescato, confezionarlo, stivarlo, trasportarlo a riva, si deve saper riparare  le reti in una continuità senza sosta, senza sonno. La civiltà marinara quindi è uno degli elementi fondamentali della nostra città.

Fin dal 1700 a San Benedetto giungono imbarcazioni denominate Paranze, le quali con il passare degli anni vengono soppiantate gradualmente da altri modelli di scafi pescherecci. Una vera e propria rivoluzione tecnologica che moltiplica il pescato, che apre orizzonti assai più vasti ai mercati. Gli ampi spazi disponibili invitano quindi ad aprire cantieri, a costruire magazzini e avviare nuove imprese. Nel 1935 San Benedetto risultava essere il 1°centro peschereccio d'Italia, ma non può vantare un'antica tradizione cantieristica. Ha però una sua importante ed una dignità storica nell'ambito del calafataggo. Il "calafato" era un vero e proprio artigiano, era lo specialista nell'impermeabilizzare un'imbarcazione stoppando e incatramando con la pece le fessure del fascime. Era un'attività itinerante e quindi presupponeva spostamenti continui lungo tutta la costa. Un'altra antica attività, opera di diversi nuclei familiari era il "funaio". La vita dei funai era molto dura: dall'alba al tramonto a girare la "ruota" per le barche senza conoscere nè pause nè riposi. Il duro lavoro richiedeva una certa manualità di molti operai che era a rischio di malattie polmonari derivanti dai filanti della canapa stessa. All'attività di filatura si affiancava anche la tradizionale proporzione di reti. Mentre gli uomini erano in mare, le donne oltre che badare alla casa e a tutto ciò che vi girava attorno, con la "linguetta"(ago e le reti) e il "morello" tessevano le reti necessarie per la pesca. Un'attività che si faceva davanti l'uscio di casa, a volte in compagnia di altre donne. Alla fine si irrobustivano le reti e venivano tinte, seguendo un'antica procedura. Nel mondo dei nostri pescatori la figura femminile assume un forte rilievo, anche nella protezione del sacro. La  Madonna con il Bimbo in braccio è fortemente sentita dai marinai come "Stella-Maris" nota come "luce guida" per il ritorno in porto. Ogni anno viene festeggiata cadendo nel cuore dell'estate con una processione di motopescherecci in mare e il quadro della Madonna che viene trasportato dalla nostra Cattedrale a bordo di un'imbarcazione. La festa fa sì che S.B.T. vive un clima di vivace partecipazione con la tradizione della sagra del pesce fritto e i fuochi d'artificio che a mezzanotte illuminano di colori lo scenario del mare notturno.

Il mondo al quale apparteniamo, i racconti acquisiti, l'odore di salsedine, di nafta, di pesce, il mare e tutto ciò che lo circonda, costituiscono il patrimonio personale di ognuno di noi. Il nostro compito è quello di salvaguardarlo e soprattutto di rispettarlo perchè un patrimonio come il mare, che per molti pescatori è sinonimo di vita, rimanda ad una speranza per le nuove generazioni, che hanno la testimonianza di un passato dove molti abili pescatori specializzati nella pesca,  nonostante il duro lavoro non si lamentavano mai ma ringraziavano sempre il nostro mare per la giornata realizzata. Possiamo ringraziare la loro esperienza e i loro ricordi per essere oggi parte di tutto questo ed averci insegnato ad avere e soprattutto rispettare il nostro mare.

 Realizzato da Palestini Mikaela e Voltattorni Greta classe I E

 

San Benedetto del Tronto - lungomare anni '50 -
San Benedetto del Tronto - lungomare anni '50 -
Via Laberinto, cuore della cultura marinara locale. Realizzazione e riparazione di reti e vele.
Via Laberinto, cuore della cultura marinara locale. Realizzazione e riparazione di reti e vele.


Veduta panoramica      Festa della Madonna della Marina

Sullo sfondo

Grottammare


Molte persone di Grottammare lavorano nella marineria Sambenedettese e nelle attività ad essa legate come industria del freddo, cantieri, trasporti, mercato ecc...